Il Centro Mondiale di Studi Umanisti - club indipendente, costituito per volontà del Forum Umanista Mondiale e composto da ricercatori dell’etica e della pratica dell'umanesimo all’interno del suo contesto storico - con la presente edizione dà il via alla pubblicazione dell'Annuario Umanista, che ne riassume le attività, contribuendo così allo sviluppo del pensiero umanista e dello stile di vita che, nelle condizioni contemporanee, gli corrisponde.
L’obiettivo principale del Centro Mondiale di Studi Umanisti risiede nello stimolare l'interscambio di opinioni e nel radunare gli sforzi creativi degli scienziati di diversi paesi al fine di studiare i problemi più difficili e attuali dell'umanesimo in quanto corrente universale della coscienza e dell'azione sociali. Il Centro, inoltre, compara e spiega alcuni tratti specifici e forme dell'umanesimo appartenenti a distinte epoche, popoli, classi, partiti e alla coscienza religiosa e atea. Il terzo compito del Centro consiste nella divulgazione delle idee dell'umanesimo. Si occupa di educazione umanista, soprattutto dell'educazione delle giovani generazioni.
Il Centro riunisce singoli scienziati e intere collettività scientifiche, cooperando con esse sulla base della loro buona disposizione umanitaria. Per raggiungere i suoi obiettivi indìce dibattiti scientifici e seminari, pubblica relazioni e articoli, bollettini informativi e analitici, e organizza le traduzioni dei testi. Svolge inoltre funzioni di archivio della documentazione, al fine di dare vita ad un corpus di conoscenze umaniste, e infine sta preparando un breve Dizionario del lessico umanista, nonché una Enciclopedia Umanista.
Nel mondo contemporaneo le ricerche sull'umanesimo sono disorganiche: non esistono centri di coordinamento. Vogliamo unire le energie ed il potenziale creativo degli scienziati dell'area delle materie umaniste: filosofi, psicologi, storiografi, politologi, culturologi e altri. L'umanesimo di oggi è multiforme. È una visione cosmica in via di gestazione. Si riproduce e si crea grazie all’impegno di artisti, pensatori, saggisti, scienziati, educatori, giornalisti, sindacalisti e membri di cooperative, di organizzazioni e di istituzioni sociali, culturali e politiche di differenti paesi, ideologie, partiti e scuole. Il suo impulso vitale si nutre dei principi complementari di universalità e diversità. La sua forza si esprime nella capacità di superare passioni meschine e momentanee e di interpretare gli interessi e le tensioni ideali universali dell'essere umano. Rifiuta qualunque sentimento di odio verso l'uomo e coltiva l'amore, combattendo ogni manifestazione di violenza e di discriminazione, qualunque sia il velo dietro cui essa si nasconda.
Grandi sono i pericoli in agguato per l’umanità del nostro tempo: non meno grandi devono essere i mezzi per salvarla. La ricerca di questi mezzi è la nostra preoccupazione costante: sarà questa ricerca ad aprirci una via d’uscita dalla crisi che tutti ci riguarda. È per questo che lottiamo contro i fondamentalismi di qualunque forma, che ci dividono e ci conducono verso la catastrofe. Gli alti studi umanisti partono, per quanto attiene all’aspetto metodologico, dai risultati conseguiti dalla filosofia e dalla scienza contemporanee e sono interdisciplinari. Questo ne spiega il carattere sistemico e l’attenzione rivolta al patrimonio concettuale fenomenologico nonché alle conclusioni e ai metodi della semiotica e dell'ermeneutica.
Nel momento in cui concepiamo l'essere umano come un universo lo investighiamo dal punto di vista sistemico, tenendo conto della sua natura integrale e del suo “ambiente circostante”, esso pure integrale: il Cosmo. Da questa contestualizzazione integrale dell'essere umano deriva l’esigenza di vedere nell'arte, e non solo nella scienza e nella filosofia, uno strumento imprescindibile di studio del fenomeno umano. Da ciò prende le mosse l'analisi culturologica che impieghiamo per chiarire il problema umanista. Vediamo nella cultura il modo in cui si esplica l’attività specificatamente umana. I principi di universalità e diversità permettono alla cultura di superare l’accumulazione di entropia propria di qualsiasi sistema chiuso, aprendosi ed evolvendosi verso livelli qualitativamente superiori. Questo offre all’umanità la possibilità di uscire dalla crisi della civiltà, e, così facendo, adattandosi alle esigenze di carattere ecologico, di continuare ad ampliare il proprio habitat naturale e le proprie risorse materiali ed energetiche. Sicuramente tutto ciò implicherà conseguenze sia per la stessa personalità umana che per il corpo. Il principio della diversità culturale genera le premesse necessarie ad evitare l’uniformità culturale ed il conseguente collasso del sistema della vita. Da qui la nostra cura nell’incentivare la diversità culturale e la nostra idea che vede l’umanità una e molteplice allo stesso tempo. La nostra concezione dell'essere umano non comprende solo la generazione attuale ma anche tutte quelle precedenti, aprendo così nuove prospettive per le generazioni future.
Il Centro Mondiale di Studi Umanisti organizza perciò tutta una serie di seminari e letture dedicati alla ricerca sulle tradizioni e le innovazioni all’interno delle differenti culture del mondo. Sono già stati portati a termine numerosi dibattiti sull'umanesimo nell'Oriente Arabo ed in Cina, nonché sulle tradizioni umaniste nella cultura ebraica e nel mondo ispano-americano. I seminari hanno avuto luogo a Mosca, Buenos Aires e Santiago del Cile, grazie all’impegno congiunto degli istituti dell'Accademia Russa delle Scienze, dei centri di cultura ebraica di Buenos Aires e Santiago e di varie istituzioni scientifiche. Sono attualmente in preparazione seminari sull'umanesimo cristiano e sulle tradizioni umaniste di America Latina, Russia e India. Gli atti di quest’ordine di dibattiti vengono pubblicati in russo ed in spagnolo sotto forma di opuscoli e di quaderni e, oggi, nelle vesti dell’Annuario del Centro Mondiale di Studi Umanisti.
I seminari già portati a termine provano come non si possa considerare l'umanesimo come prodotto esclusivo della cultura europea. Gli elementi del pensiero e dello stile di vita umanista nascono indipendentemente nelle grandi civiltà antiche dell'Eurasia, dell'Africa e dell'America. Tale nascita, che può essere fatta risalire ad un periodo compreso tra 2500 e 3000 anni fa, si deve al superamento delle credenze tribali e alla comparsa della visione cosmica e della morale universali. Questi elementi dell’umanesimo si manifestano all’interno di tutte le religioni mondiali (induismo, buddismo, cristianesimo, islamismo…) e dei sistemi etici che le accompagnano (come, ad esempio, la dottrina di Confucio). È a partire da allora, dunque, che le tradizioni umaniste fecondano la cultura e la vita quotidiana; nella sua forma più conosciuta, tuttavia, l'umanesimo storico entra in scena con il Rinascimento europeo, per proseguire con l’Illuminismo, visto come risultato del grande incontro tra le culture dell'Antico e del Nuovo Mondo. Sarà solo nei secoli XV e XVI che l’umanità potrà, per la prima volta, intuire l’ampiezza e la vastità della propria dimensione e l’unità del genere umano. Purtroppo, però, la conquista dell'America, la guerra dei trent’anni e le successive guerre europee e coloniali trasformarono l'umanesimo del Rinascimento in un umanesimo tragico; il XX secolo, infine, con le due guerre mondiali e con la guerra fredda, dà a questo carattere tragico una dimensione veramente cosmica.
Alle soglie del XXI secolo, con la “pace fredda” e con i suoi cannoni roventi situati in diversi punti del pianeta, iniziamo a comprendere la necessità del nuovo umanesimo, che parte dalla confluenza di diverse tradizioni umaniste per sfociare in un unico grande torrente composto da molteplici flussi culturali. L'analisi scientifica e la sintesi pratica permetteranno di incanalare questo torrente nella direzione di una convivenza degna dell'essere umano.
È difficile prefigurare quali tratti concreti e quali forme prenderà l'umanesimo nel XXI secolo. Le nostre discussioni sui destini della sintesi culturale, per quanto riguarda l'umanesimo, possono contribuire un poco al chiarimento dei problemi insoluti e all'avvicinamento dei differenti elementi umanisti presenti nella coscienza, lacerata e tragica, del nostro secolo. Che il nuovo umanesimo serva da faro ai naviganti nelle acque tempestose della fine del nostro millennio.
Il curatore di questa prefazione, professor Serguei Semenov, è ricercatore capo dell'Istituto Latino Americano dell'Accademia Russa delle Scienze, membro del Centro Russo di Studi Comparati, professore titolare della Cattedra di Storia Europea e Americana dell'Istituto Statale di Relazioni Internazionali del Ministero degli Esteri russo, Vice Presidente del Club Umanista di Mosca e membro del consiglio direttivo del Centro Mondiale di Studi Umanisti.