Inquadramento
In questo momento storico osserviamo in maniera globale un acuirsi del risentimento. Un clima di fondo che trova la sua radice, disumanizzante e violenta, nel sistema di valori, credenze e aspirazioni in cui ci troviamo a vivere.
Il risentimento cerca sempre il colpevole e spesso lo trova in quei gruppi umani che per qualche oscura ragione rappresentano il diverso. Si produce una catarsi senza senso in cui la violenza si esprime in tutta la sua forza disintegratrice fino ad arrivare ad un nemico indifferenziato. Ognuno è indistintamente nemico dell'altro. In questo panorama la vendetta come risposta all’ingiustizia trova sempre più spazio. E’ opportuno indagare come questo comportamento trovi nella cultura occidentale le sue radici e come ne abbia pervaso tutti i campi dell’esperienza umana. A tutto ciò aggiungiamo che quando il risentimento non trova più giustificazione all'esterno, dopo un processo d'interiorizzazione, il bersaglio da colpire, il colpevole di tutti i mali, diventa lo stesso individuo risentito. Il nemico è, a quel punto, dentro di sé. Il risentimento ha chiuso il cerchio nel più nero nichilismo. In seno a questa situazione di crisi del genere umano, in cui persino la richiesta di libertà, pace e giustizia sociale è impregnata dal risentimento, si mostra ancora timidamente ma piena di speranza, l’emergere di una nuova sensibilità, alla ricerca di nuove risposte, che si connette col Profondo e che cerca in un nuovo comportamento coerente la risposta a un sistema disumano e violento. Oggi, come non mai, nella storia umana è divenuto urgente un atto consapevole in direzione di una riconciliazione sincera. Occorre un coraggioso atto di trasformazione personale e sociale.
“Dalla vendetta alla riconciliazione: verso un'umanità possibile”
presso l'Aula Volpi dell'Università Roma Tre
Dip.to di Scienze della Formazione - Via Milazzo 11b - Roma